Come aumentare gli incassi di un bar



Negli ultimi anni il concetto di locale bar si è evoluto, non solo per una questione di di design dell’arredo bar e qualità del servizio, ma è cambiato anche per la possibilità di inglobare nell’esercizio, attività inimmaginabili prima, attività quali esposizioni di opere d’arte, vendita di prodotti correlati e commercio di generi vari che non siano caffè e pasticceria o comunque articoli legati alla normale attività di un bar.

Come guadagnare di più

Sono sempre più numerosi i locali che si aprono a “nuovi orizzonti economici” per aumentare gli incassi; piccole mostre d’arte, esposizioni fotografiche, collaborazioni con produttori alimentari, abbigliamento o libri, fanno si che il bar vada oltre i confini del suo normale commercio e che sviluppi al suo interno attività commerciali nuove e completamente estranee al profilo classico del locale. Questo non solo attira una clientela di settore legata al particolare prodotto messo in mostra, ma crea un legame anche con il locale che ci guadagnerà in termini di immagine e di ritorno economico.

La possibilità di ospitare più attività sotto il medesimo tetto può avvenire grazie alla ricca e dettagliata normativa dello stato italiano e della Comunità Europea.

La facoltà di affiancare la consueta somministrazione (alla base della vita di un bar) ad altre attività (commerciali o meno) nello stesso locale, è regolata dalla Direttiva 123/2006/CE del Parlamento Europeo e dal Consiglio del 12 dicembre 2006 relativa ai servizi del mercato interno e dal Decreto Legislativo del 26 marzo 2010, n. 59 “Attuazione della Direttiva 123/2006/CE relativa ai servizi del mercato interno” Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 94 del 23 aprile 2010.

Con l’articolo 35 del citato Decreto Legislativo si ammette la realizzazione di attività multidisciplinari negli stessi locali.

Ma, una volta individuata la normativa di riferimento, quali attenzioni dovrà prestare il proprietario di un bar per ampliare i servizi vendibili all’interno del proprio locale?

Innanzitutto il proprietario del bar dovrà verificare se l’esposizione o la vendita di determinati prodotti, o la presenza di più attività nel proprio locale, non sia vietata dalla normativa comunitaria, nazionale o regionale o se le stesse attività non entrino in conflitto tra loro.

Nel caso in cui si allestisca una mostra di opere di ingegno (quadri, fotografie, sculture ecc.ecc.) senza finalità di vendita, il gestore non dovrà dare alcuna comunicazione agli uffici preposti ma dovrà accertarsi se colui che espone, o coloro che espongono, sono i reali fautori fisici delle opere in mostra. Questo per una questione di legittimità e di controllo se, durante l’esposizione, o alla fine di essa, l’autore delle opere pervenga ad un atto di vendita con terzi. L’autore dovrà essere in possesso di Partita Iva, regolare iscrizione al Registro delle Imprese al fine di poter vendere le proprie opere. In questo caso, il gestore del bar, assumerà una responsabilità oggettiva conto terzi per un’attività che si svolge nei suoi locali. Ne vale un ritorno di immagine e un ritorno a livelli legislativi, poiché, si venisse a scoprire una frode, o un’illegittima appropriazione di opere di ingegno, il proprietario potrebbe non solo perdere di buona immagine, ma avere seri guai con la giustizia.

L’esposizione potrebbe essere temporanea o potrebbe risultare una vera e propria attività complementare a quella della somministrazione. Non è obbligatorio che tale esposizione riguardi solo opere d’arte o d’ingegno, ma può riferirsi a opere editoriali, abbigliamento e affini. In tal caso la vendita potrebbe non esser l’obbiettivo finale. L’esposizione potrebbe avere una finalità solo pubblicitaria. In tal caso, al fianco della collocazione si avranno gli estremi per poter acquistare in seguito gli articoli esposti presso l’esercizio preposto.

Nel caso invece, ci sia prefissato come obbiettivo finale la vendita, a seconda di chi sia il soggetto che la pone in essere, si dovranno rispettare alcuni obblighi di legge.

Se la vendita verrà fatta dall’autore delle opere di ingegno o dal proprietario dell’attività che viene ospitata nel bar, il gestore del locale non dovrà dare alcuna comunicazione, in caso contrario l’interessato dovrà presentare al Comune di una S.C.I.A di Commercio.

Ma cos’è una S.C.I.A?

“La SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività – è la dichiarazione che consente alle imprese di iniziare, modificare o cessare un’attività produttiva (artigianale, commerciale, industriale), senza dover più attendere i tempi e l’esecuzione di verifiche e controlli preliminari da parte degli enti competenti. La SCIA, ai sensi dell’art. 19 della legge 241/90,  produce infatti effetti immediati.”

Non ci sono limitazioni per ciò che si può vendere all’interno di un bar, purché si rispettino le rigide normative in fatto di igiene, sicurezza sul lavoro e rispetto delle norme fiscali, ma vi sono alcuni categorie merceologiche che, per essere vendute o esposte, richiedono permessi speciali. La vendita di preziosi, oro e armi, deve avvenire sotto il rilascio di un permesso della Questura e con le assicurazioni che si compilino i speciali registri e moduli previsti dal T.U.L.P.S (testo unico delle leggi di Pubblica sicurezza).

Quando va richiesta la S.C.I.A? Sono soggette a S.C.I.A tutte quelle vendite effettuate direttamente dal gestore del locale e riguardano opere di ingegno in generale (dai quadri all’artigianato) e oggettistica in generale (abbigliamento e affini, casalinghi e opere editoriali).

Non sono soggette a S.C.I.A quelle attività multidisciplinari non soggette a vendita (mostre ed esposizioni) e quelle attività che prevedono la vendita da parti di terzi e non direttamente dal gestore.

Nel momento in cui si saranno risolti gli obblighi di legge, il proprietario dovrà attenersi a regole non scritte per far si che queste realtà convivano senza intralciarsi. Qualsiasi tipo di attività che non sia di somministrazione non dovrà intralciare quest’ultima, gli spazi per le esposizioni non dovranno comportare modifiche che vadano a disturbare i clienti che vanno al bar per un caffè o un pranzo veloce. Le condizioni igieniche e le operazioni di pulizia non dovranno subire cali di qualità. Gli orari di esposizione dovranno collimare con quelli del bar.

In caso di esposizioni soggette a T.U.L.P.S si dovrà garantire il massimo della sorvegliabilità senza intralciare le normali attività del bar.